Istria e Dalmazia
2000 anni di storia italiana

panorama delle isole Spalmadori, vicine all'isola di
 Lesina, nel canale di Lissa (Dalmazia)







L'Istria è un'incantevole penisola lambita dalle acque dell' Adriatico settentrionale, situata all'estremità orientale del Golfo di Venezia.
Una costa frastagliata dove si infrangono le onde di un mare cristallino e ricchissimo di fauna ittica d'ogni tipo. Numerose isolette e scogli emergenti che continuano, a breve distanza dalla riva, fino a creare lo straordinario arcipelago della costa Dalmata, autentica meraviglia della natura.

Carta della Venezia Giulia


Un entroterra caratterizzato da forti contrasti; il verde intenso degli sterminati uliveti e delle vigne, la macchia mediterranea alternata alla terra rossa ed alle rocce carsiche sferzate dai venti di settentrione.
Lunghi secoli di armoniosa convivenza dell'uomo con la forte e selvaggia natura del luogo, hanno consentito lo sviluppo di numerosi insediamenti caratterizzati da mirabili opere d'arte e d'ingegno che hanno arricchito, anzichè deturpato, un territorio già di per sè meraviglioso.
La prima grande evoluzione culturale e artistica dell'Istria è attribuibile ai Romani, che attorno all'anno 178 a.C. si insediarono in Istria, e successivamente in Dalmazia ed Illiria (l'attuale Albania -anno 229 a.C.-), lasciando un'impronta indelebile di civiltà latina su tutta la costa orientale dell'Adriatico. Ancor'oggi sono visibili numerossimi reperti Romani, tra cui spicca la magnifica arena di Pola.

l'arena romana di Pola - foto Francesca Baldrighi


Opera romana anche la via Flavia, realizzata attorno all'anno 78 d.C. che univa Tergeste (Trieste) a Parentium (Parenzo) e Pola.
Carta dell'Istria Romana


Con alterne vicende (periodi di invasione e dominazione barbarica -Ostrogoti, Longobardi-) l'influsso Romano su queste terre si è protratto per oltre mille anni; attorno all'anno 1000 infatti, per il progressivo disgregarsi dell'impero Romano d'Oriente, Venezia allargò i suoi domini alle coste dell'Istria e della Dalmazia. Il Doge Veneziano assunse anche il titolo di Doge di Dalmazia e Croazia. La Serenissima governò sulle sponde dell'Adriatico per quasi 600 anni durante i quali si assistette al fiorire di arti e commerci, all'espansione urbana degli insediamenti costieri ed alla fondazione di nuovi paesi nell'entroterra con l'edificazione di quegli splendidi palazzi in stile Veneto che ancor'oggi possiamo ammirare.

architettura Veneta a Rovigno

Nell'arco di oltre 16 secoli si è compiuto quel processo di evoluzione che ha portato l'Istria ed alcuni centri della Dalmazia (come Ragusa, Zara, Traù e Spalato) a divenire parte integrante, non solo geograficamente, ma anche culturalmente, dell'Italia moderna.

Nel 1700, per la progressiva decadenza della Repubblica di Venezia, il controllo di queste terre passò all'Austria e all'Ungheria, senza peraltro che si verificassero grossi cambiamenti culturali o etnici delle popolazioni locali.

La storia recente:
Dal 1815 fino alla prima guerra mondiale l'Istria rimase sotto il controllo Austriaco, ma in quegli anni si svilupparono grandi moti irredentisti grazie anche all'attività di eroici istriani come Fabio Filzi (di Pisino), Nazario Sauro (di Capodistria), Paolo De Peris (di Rovigno). il 26 aprile 1915 (patto di Londra) vennero assegnati all'Italia l'Alto Adige fino al crinale alpino, e la Dalmazia settentrionale con le sue isole e Valona. Il Consiglio Nazionale di Fiume aveva proclamato l'unione all'Italia già il 30 ottobre 1918, ma la città era contesa dalla Jugoslavia. Il 12 settembre 1919 Fiume venne simbolicamente occupata da Gabriele D'annunzio. Il trattato di Rapallo del 12 novembre 1920 tra Italia e Jugoslavia riconobbe all'Italia il confine delle Alpi Giulie, le isole di Cherso, Lussino, Lagosta e l' arcipelago di Pelagosa, oltre alla città di Zara. Infine con il patto di Roma del 27 gennaio 1924, la Jugoslavia riconobbe la piena sovranità di Fiume all'Italia ed ebbe in cambio il possesso del porto di Baross (Susak).

tramonto sulle acque di Parenzo - foto Francesca Baldrighi


Il dramma dei profughi:
alla fine della seconda guerra mondiale l'Istria e la Dalmazia settentrionale sono state strappate alla madre Patria e annesse alla Jugoslavia di Tito. In un clima di terrore si è consumata una vera e propria pulizia etnica; gli istriani di stirpe italica sono stati costretti ad abbandonare le loro case e i loro beni (almeno 350.000 profughi) molti sono stati uccisi, qualcuno ha avuto la forza di restare nella propria terra divenuta improvvisamente ostile, accettando le angherie di un regime dittatoriale comunista.
Il governo Jugoslavo ha perseguito per anni il suo progetto di cancellazione di ogni traccia di Italianità, cambiando i nomi dei paesi e di tutta la toponomastica, distruggendo insegne e monumenti.
Questo insano progetto non è peraltro mai stato completato, anche per una evidente irrealizzabilità: non è possibile cancellare in pochi lustri ciò che l'uomo ha creato in 20 secoli; per fare questo sarebbe necessario radere al suolo ogni città, ogni edificio, e anche in questo caso riemergerebbero da sotto le macerie le tetragone fondamenta Romane.

Le prospettive per il futuro:

Fortunatamente in tempi recenti le cose hanno iniziato a cambiare. La secessione della Slovenia e poi della Croazia dalla Jugoslavia (1991) ha portato all'insediamento di governi democratici, che paiono un po' più attenti all'importanza delle radici storiche e culturali di queste regioni.
Slovenia e Croazia fanno già parte dell'Unione Europea e in Slovenia dal 2007 è stato adottato l'Euro e sono entrati in vigore gli accordi di Schengen. In questo nuovo clima di amicizia e di collaborazione Europea speriamo che possa realizzarsi anche in Istria e sulla costa Dalmata il modello già positivamente sperimentato in Alto Adige - Sudtirol, dove la tradizione e la cultura di lingua tedesca (storicamente prevalenti e radicate nel territorio) sono rispettate e protette anche se il territorio è collocato nei confini italiani per i noti motivi geopolitici. Così anche le zone dell'Istria e della Dalmazia di tradizione e cultura italiana potrebbero vedere valorizzate le loro radici storiche italiane anche se amministrate dalla Croazia o dalla Slovenia, senza inutili ed anacronistiche rivendicazioni territoriali, che non hanno più senso nell'Europa Unita.
Quello che speriamo è che le autorità Croate e Slovene riescano finalmente a capire che il patrimonio culturale Italiano in codeste terre non è una minaccia ma al contrario è una grande ricchezza che deve essere valorizzata, in uno spirito d'amicizia e di collaborazione.
E speriamo che questo si possa tradurre in un bilinguismo completo in Istria e nelle aree Dalmate di tradizione italiana, nel sostegno alle scuole italiane, alla stampa ed alle organizzazioni culturali e nell'agevolazione ai profughi ed ai loro discendenti, anche di natura fiscale, perchè possano tornare ad insediarsi nella loro terra in piena armonia con l'attuale popolazione.


In conclusione un invito: visitate l'Istria e la Dalmazia non come sprovveduti turisti in cerca di mare a basso prezzo, ma con la mente aperta e gli occhi di chi vuole capire.
Troppo spesso sento dire da nostri connazionali frasi come "vado in vacanza a Porec, in Croazia" oppure "andiamo all'isola di Losinj" dimostrando una superficialità, un'ignoranza storica ed un'esterofilia inaccettabili e fuori luogo.
Questo atteggiamento è offensivo prima di tutto nei confronti dei nostri connazionali che da decenni lottano per mantenere viva la tradizione italiana; è poi irriverente nei confronti degli italiani che nel corso dei secoli hanno realizzato le meraviglie artistiche, architettoniche e culturali di queste terre e soprattutto nei confronti delle migliaia di istriani e dalmati che sono morti per difendere la loro terra e la loro identità.
Grazie per l'attenzione e per l'interesse che avete dimostrando leggendo queste note.
Lorenzo Peli.


La musica in sottofondo è "Il trillo del diavolo" del celebre musicista istriano Giuseppe Tartini, di Pirano



Qui potete scaricare il documento, in formato .pdf,
informazioni storiche, geografiche e turistiche sull'Istria
che potrete stampare e portare con voi nel prossimo viaggio
Contiene anche una cartina.



CARTE GEOGRAFICHE

Qui trovate le cartine dell'Istria e della Dalmazia con tutti i veri nomi storici delle località.

Carta dell'Istria Italiana cartina della Dalmazia.



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